Castelnuovo Berardenga non è solo il più meridionale dei comuni del Gallo Nero, ma si distingue per un’apertura dell’orizzonte verso sud che non trova ostacoli fino al Monte Amiata. Che si arrivi a Vagliagli da Castellina in Chianti oppure a San Gusmè passando da Castello di Brolio, da entrambe le parti del territorio comunale si ha proprio un’ampiezza di veduta che corrisponde, da quel momento in avanti, a uno scendere di quota altimetrica e a un cambio del paesaggio. Cambia innanzitutto la vegetazione: meno abeti e più pini, quasi si respirasse un’aria più mediterranea. Cambia la forma delle colline, che si fanno più rotonde e gentili. Cambia la formazione geologica, che diventa meno rocciosa e più argillosa terminando, oltre il confine del Chianti Classico, nelle Crete Senesi.
Anche i vini godono di questa apertura. La luminosità e il calore portano sostanza estrattiva, ovvero struttura. Se il 4 settembre scorso alle 18 potevo starmene tranquillamente in camicia con le maniche arrotolate, già alle 20.30, tramontato il sole, avrei volentieri indossato un maglioncino a maniche lunghe (che ahimè non avevo con me). Questa escursione termica sviluppa gli aromi e infatti i vini sono generosi all’olfatto.
I Chianti Classico del Comune di Castelnuovo della Berardenga sono vini di carattere, che colpiscono per intensità di colore, profumo e sapore. Più morbidi i vini di annata, più robuste e tanniche le riserve.
Siccome l’evento a cui ho partecipato venerdì a Vagliagli, organizzato dall’Associazione Viticoltori di Castelnuovo Berardenga, s’intitolava “Il Classico Berardenga a tavola”, mi sono divertito a pensare a un abbinamento per ciascun vino assaggiato.
Tolaini – Chianti Classico Vallenuova 2018
Proviene dall’ala occidentale a 400 m di altitudine. Alcol 14%. L’attacco fruttato non nasconde le sensazioni boisé della maturazione in legno. Ha gusto avvolgente e morbido con finale di liquirizia. Il suo carattere pieno ed equilibrato lo rende perfetto per una selezione di Pecorini delle colline senesi di media stagionatura.
Oliviera – Chianti Classico Campo di Mansueto 2018
Sempre dall’ala occidentale, ancor più in alto a 450 m sul livello del mare. Alcol 14%. Non solo frutta matura al naso ma anche sensazioni floreali e balsamiche. Il gusto deciso e vibrante per sapidità lo rende perfetto per l’abbinamento con delle tagliatelle alla boscaiola.
Fèlsina – Chianti Classico Berardenga 2018
Dall’ala orientale a 300 m di altitudine. Alcol 13,5%. Si distingue per un ricordo di tabacco e frutta fragrante; ha tannini percettibili in una media struttura. Lo proverei volentieri con una pasta al ragù di carni bianche o un pollo arrosto.
Fattoria Carpineta Fontalpino – Chianti Classico Fontalpino 2017
Nella parte orientale a 200 m di altitudine. Alcol 13,5%. L’annata più calda restituisce profumi di confettura, fiori essiccati e cannella. Il gusto un po’ astringente e quasi piccante nel finale può esser valorizzato da una costata di manzo alla griglia.
Pagliarese – Chianti Classico Pagliarese 2017
Restiamo a est ma a un’altitudine superiore ai 300 m di quota. Alcol 13%. Ha un naso anche floreale e non solo fruttato e speziato. A dispetto dell’annata calda e siccitosa, è fresco e sottile, al punto da potersi servire con salumi toscani, carpaccio di manzo, carne battuta al coltello o – perché no? – una pizza.
Terra di seta – Chianti Classico Riserva Terra di Seta 2016
Prodotto nel settore occidentale a 450 m di altitudine. Alcol 15%. Ricco ed evoluto al naso con frutta in gelatina, spezie e succo di carne. Ha corpo e tannini fitti che tengono testa all’alcol. Si valorizza con una cottura in umido: uno stufato di manzo o uno spezzatino di agnello.
Castello di Bossi – Chianti Classico Riserva Berardo 2016
Proviene dal settore orientale poco sopra i 300 m. Alcol 14,5%. Molto marcato dalla sosta in legno nel profumo evoluto che ricorda anche la carne cruda. Il gusto tendenzialmente morbido e deciso va bene in abbinamento a un’arista arrosto.
Fattoria della Aiola – Chianti Classico Riserva Fattoria della Aiola 2016
Da vigne a 400 m di altitudine nel versante occidentale. Alcol 13,5%. Ha carattere quasi boschivo per i profumi di erbe alpine che si sommano a quelli di arancia e violetta. Gusto vibrante per percezione di tannini e freschezza che si apprezzano al meglio con una saporita anatra in porchetta o un rollé di faraona ai funghi.
Fattoria di Corsignano – Chianti Classico Riserva L’imperatore 2015
Stesso versante (ovest) e stessa quota (400 m). Alcol 14%. La solarità dell’annata 2015 si traduce in profumi di frutta cotta, chinotto e rabarbaro e in tannini tenaci che lo rendono rigido e robusto. Perfetto con cinghiale in umido, ma in sua assenza anche con stracotto di manzo al vino rosso.