Montevertine, due annate così belle e così diverse.

Montevertine, due annate così belle e così diverse.

Ho avuto il piacere di assaggiare in anteprima le nuove annate della cantina Montevertine di Radda in Chianti. L’aspettativa per il Pergole Torte 2018 era tanta, dopo aver apprezzato l’anno scorso il Pian del Ciampolo di quell’annata. 

In generale l’annata 2018 in Toscana è stata quasi una rivincita dopo la complicata 2017; l’estate è stata calda ma senza eccessi, il risultato sono state uve sane e vini equilibrati e per quanto riguarda il Sangiovese anche un’ottima maturazione dei tannini. Nel caso specifico di Montevertine, a 400 metri di altitudine e nella parte più interna del Chianti quasi al confine col Valdarno, l’andamento stagionale ha avuto degli sbalzi, che tutto sommato hanno favorito lo stile tipico della casa, basato sulla freschezza e l’eleganza.

Degustato a poca distanza dall’imbottigliamento, il Pergole Torte 2018 manifesta la sua gioventù con un riflesso ancora legato al porpora. È decisamente vivace alla vista, di tonalità rubino mediamente intensa. Anche se giovane al naso dimostra la classe e l’eleganza delle annate migliori. In questo momento sarebbe inutile cercare grande espressione di terziari, tuttavia s’intravedono; debutta con sensazioni floreali e si apre con cadenza ritmata esibendo prima il frutto maturo, lampone e ciliegia soprattutto, poi il balsamico di anice e sigaro per finire con sfumature speziate e un che di ferroso. Al palato non indugia, si rivela in forma smagliante, si distende con la sua grazia caratteristica; la tensione innescata dai tannini, fini e saporiti, posticipa la conclusione; sviluppa note sapide e quasi piccanti nel finale di bocca, che è interminabile. 

La nuova annata del Pian del Ciampolo si caratterizza per immediatezza e vivacità. La stagione 2019 è stata altalenante, forse più fresca nel complesso a causa di temporali e grandinate in estate. Veste il calice di rosso porpora luminoso e trasparente, al naso è giovanile ma ben delineato nei ricordi freschissimi di fragola, ribes rosso, melagrana, e poi floreali di glicine, speziati di cannella, rinfrescanti di mentuccia. Il palato è assolutamente coerente: è leggiadro e dinamico con tannini sottili e vibranti sotto la spinta dell’acidità, simili in questo a quelli di molti Pinot nero di Borgogna. Si congeda con una lunga scia fruttata di pompelmo rosa. Il Pian del Ciampolo 2019 è quasi femminile in questo sue essere più spirituale che materico, allo stesso tempo è spigliato e godibile da subito.

Il Montevertine 2018 si differenzia dagli altri due per certi aspetti. Alla vista è rubino compatto di intensità maggiore rispetto agli altri due vini. Il profumo è compiuto ed ha tratti di evoluzione ben espressi, sembra molto più maturo confrontato con quello del Pergole Torte della stessa annata. È dettagliato e fine nell’evocare ciliegia matura, sottobosco, violetta appassita e in seconda battuta erbe balsamiche, spezie dolci e pungenti e anche una punta di scorza d’arancia. Ritorna alla sua gioventù al palato, infatti l’ingresso pieno e morbido lascia presto il campo al tannino quasi scalpitante. Sono tannini maturi ma ancora in via d’integrazione. È un vino strutturato, materico, all’inizio della sua parabola evolutiva.

Come si vede dalle immagini postate, le etichette hanno subito un leggero restyling. Quest’anno ricorrono cento anni dalla nascita del fondatore della cantina Montevertine, Sergio Manetti; il figlio Martino ha voluto dedicare a lui i vini usciti quest’anno, mettendo il suo volto sulle etichette dei vini; nel caso del Pergole Torte, l’omaggio al fondatore si trova sulla retroetichetta.

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